1. Bar Notturno.
A: “...E quindi potevo non lasciarla?”
B: “No, hai fatto bene. Ma smetti di bere, vai a casa”.
A: “E’ sua, la casa. Ospitami tu.”
B: “Cioè vuoi che ti faccia spazio sotto il ponte? La mia si è presa tutto, e poi ha iniziato il mio avvocato.”
A: “Allora... andiamo a fare un giro. Ho un piano. Paga, su.”
B: [rivolto al barista] “Segna, su.”
[Vola una bottiglia verso di loro, lanciata dal barista, mentre corrono verso l’uscita.]
B: "Tutte le notti così...”
A: “Non stasera: ho un piano. Prendiamo la metro."
2. Metro.
B: “Dove stiamo andando?”
A: “A casa mia. Cioè, di mia moglie.”
B: “Quindi devo andarmi a prendere le botte pure da lei?”
A: “No, anzi. Devi sedurla. Sii degno del ruolo.”
B: “...Eh?”
A: “Tu entri, chiacchieri, bevi, ammicchi, osi. Prima cambiati camicia e biancheria, abbiamo la stessa taglia e ci somigliamo pure, ho tutto in valigia.
B: “Ma perché?”
A: “Io entro sul più bello, dico fedifraga o quello che mi viene, faccio due foto e la colpa diventa sua; io vinco il processo di divorzio e siamo tutti felici.”
B: "Pure io?”
A: “Sì: mia moglie è piena di soldi. Scendiamo, siamo arrivati. Io non mi faccio vedere sotto la villa, tu ti cambi ed entri. Ecco la mia valigia.”
3. Casa della moglie di A.
B. si è cambiato e ha messo su la faccia da miglior amico che ti frega la moglie, bello con la camicia di A.
B. entra, il portone cigola solo un po’. Accende la luce delle scale e inizia a salire. A., da sotto, sente il campanello squillare nitidamente.
Mentre si spegne la luce delle scale, la moglie di A., che conosce B., gli apre la porta. Entra in casa.
E’ dolce, simpatico, spiritoso. E’ intelligente, arguto, colto.
E’ insistente.
Lei è carina, elegante, conversatrice, isterica, vendicativa.
Lui è laureato, esperto del gentil sesso, buon confidente.
E’ insistente. Un po' troppo.
Lei dimostra meno della sua età, è donna di mondo, ha amici, è esasperata, è armata e con un inizio di panico, perchè l’amico di quel bastardo di suo marito ha una faccia proprio strana. Cosa vuol fare? L’ha mandato lui per minacciarla, o… Vendicarsi?
Bang.
A., sente il colpo e spegne la sigaretta: quella ragazza è sempre stata prevedibile.
4. Processo.
Avvocato del fu B., chiamato a testimoniare: “Prima di questo caso, assistetti il mio defunto cliente nel suo divorzio. Non eravamo purtroppo riusciti ad ottenere un buon accordo. Il mio cliente era quindi precipitato in uno stato depressivo ed economicamente difficile, costretto a chiedere addirittura i vestiti in prestito, come mi ha raccontato il suo intimo amico, il signor A. Una vita resa ormai orribile, che il signor A. aveva cercato di rendergli migliore, come poteva.”
A., chiamato a testimoniare: “B. era orgoglioso e testardo. Forse… Forse è stata anche colpa mia se è finita così… Lui sapeva che io non avrei mai voluto indietro quei vestiti e invece di restituirli a me, è andato a casa mia con la valigia per ridarli a mia moglie. Non sapeva della nostra situazione… Era insistente, B., insistente… Ma gli volevo bene...”
PM: “Sua moglie, dalle analisi fatte al momento dell’arresto, quella sera aveva bevuto. Il rapporto dice che ha sparato uccidendo il suo amico, che aveva i suoi vestiti addosso, pensando che si trattasse... “
A: “Di me, del suo ex marito.”
PM: “...Con cui aveva pessimi rapporti.”
A. guarda la moglie. Lei è inebetita dallo stupore per averlo sottovalutato. Lui riesce a singhiozzare come aveva provato a casa: “Ero quasi sul lastrico anch’io… Io il divorzio lo capisco, per quanto molto duro per me, ma non immaginavo che mia moglie addirittura volesse… volesse... [Sembra trattenere le lacrime.]”
PM: “Ucciderla”.
A: “Già… Non riesco a crederci.”
Si aggiusta un polsino, poi guarda l’orologio. Bene, la moglie trasloca in cella e la villa è sua. Peccato per la camicia, ormai da buttare, con quel foro in corrispondenza delle sue iniziali.
Avvocato della moglie: “Chiamo a testimoniare il signor C.”
A. rialza di scatto la testa. C. si siede al banco dei testimoni.
Avvocato della moglie: “Che professione svolge, signor C.?”
C: “Sono un barista.”
Avvocato della moglie: “Signor C., conferma di essersi presentato spontaneamente nel mio studio, una volta letto del caso sui giornali, dicendomi che quella sera aveva assistito ad uno strano colloquio tra il signor A. e il signor B. presso il suo locale?”
Barista: “Sì. Parlavano di divorzio, e poi di un ‘piano’, e la cosa istintivamente mi incuriosiva. E mi colpì il fatto che se ne andarono senza pagare. Decisi quindi di seguirli, per riprendermi quanto dovuto. Chiusi il locale e li vidi scendere in metro. Lo feci anch’io. Stavo per chiedere loro i soldi, ma ad un certo punto decisi che era più interessante ascoltare…”
Dal banco degli imputati, la moglie sta impercettibilmente sorridendo ad A. Più che altro, un ghigno.
Avvocato della moglie: “[accenna ad una risata] Dunque stiamo per sfatare il mito del ‘segreto confessionale’ del barista?”
Barista: “Oh no, avvocato. Quello è sacro, può starne certo... Per chi paga la consumazione, naturalmente."