Non rimane che farsi da parte
nuotando tra selve e slavine,
un appoggiarsi ai frantoi
della propria evoluzione.
Incessante non sazia la fame
e il sapere,
ma nel giusto esporsi
si dipana il pulsare di cuori
tenori,
anime soprane- cantate
d'orizzonti emaciati, armonici,
nuotando nelle viscere
multiformi
delle nostre piccole case d'albergo.
Non rimane che un albero cavo
dove entrare
e scoprire radici e rami
esplosi, ai nostri mutevoli umori.