Mi sta bene il bacio freddo della brina
che sono io colpevole
per tutte quelle volte che ho cercato il mare
ma è qui che faccio i conti con le mie tempeste, e pressappoco
se non proprio d'azzurro
di sconfinato piano gli assomiglia.
Ugualmente l'occhio si perde
non fosse che ogni tanto inciampa
in un filare di pioppi
in un canneto
sull'argine terroso di un fosso.
E infine è sempre a lei che torno
lei che mi accoglie in un turbante di nebbia
e a un cenno silenzioso del pioppo
anch'io divento legno
linfa
in tralice tra foglia e radice.