C'è una leggerezza dolorosa
che m'impedisce di sorridere
se n'è accorto anche il basilico
che mi guarda preoccupato
non ci sono più le sofferenze
quelle classiche, di una volta
gli dico, annusandolo
(quel cuneo rabbioso, lacerante
improvviso, che parte dai pensieri
confonde gli occhi
trafigge il collo, la scapola sinistra
attraversa il torace
la zona pelvica, la gamba destra
e poi si scarica nel mignolo
sempre quello destro
lasciandomi attonito)
ora sento solo un vuoto
dentro, e un pieno fuori
che mi schiaccia
perché vuole entrare
a tutti i costi
per riempire quello spazio
cavo, che adesso alberga in me
l'amore è mobile, sai? (continuo io
lui zitto e muto e profumato
come non mai)
transitivo e intransigente
ma perfino il dolore
che spesso genera
diventa noioso, a lungo andare
ce ne vorrebbe uno (di dolore)
di quelli intelligenti
che ti costringono
a fare una scelta
a metterti in gioco
di rimessa, di sponda
e perfino di rinterzo
se fosse necessario...
lui (il basilico) nel frattempo
ha rizzato tutte le foglie
come se portasse
un'uniforme di gran gala
e le muove
in uno sventolio profumato
allora lo annuso
infilando il naso tra le sue foglie
e sorrido, pensando a te
che pensi a me, e mi annusi
tra queste parole.