Ora vedi,
se io non ti amassi
o se non fossi
perlomeno capace
di amare
la possibilità che mi dai
di farlo
allora, sì
potrei forse persino
illudermi
di amarti erroneamente
ché poi l'amore
di cui parlo
è una possibilità
magari remota
e distinta, al tuo modo
di amare
nel caso che
per una bizzarìa fortunosa
delle coincidenze
degli eventi, e perfino
delle scelte a latere
dovessi trovarmi coinvolto
in codesto evento
essenzialmente improbabile
entro quest'anno solare
però vedi, le cose
hanno il loro tempo
che dobbiamo esperire
facendo pure altro
nel frattempo di cui
sopra
ma nonostante questo
ho pensato
che mi fossi correlata
affine e perfino adesa
in qualche modo
quasi coniugata
come una particella
che regge una certo verbo
(oppure viceversa
se così dovessi preferirlo)
irretita e sospesa
in questa bolla
di parole in divenire
che si dimenano senza sosta
in attesa del coniugarsi
congiunti
agli (a)effetti più vari
vedi, dunque
che tu sei una
Monade, solitaria
ma non troppo
e io, altrettanto
Monade raminga
tanto che insieme
potremmo dirci
più prossimi
alla complessità del viversi
altrimenti
e diversamente soli
l'uno all'altra
come due satelliti
rotanti in ellissi
di desiderosa complicità
parimenti impegnati
in rivoluzioni e rotazioni
tangenti, intersecanti
ma liberamente
assortiti e mescolati
che non s'impediscano
quello moto, solitario
e separato
che ci fa essere
quello che siamo
singolarmente
prìa di diventare
quello che potremmo
siamo allora
vedi bene,
due Monadi
di senso e di carne
correlate alle differenze
nostre
a alle somiglianze
ché vorremmo rimescolarle
come i ciottoli
volti nel mareggiare
pallido e assorto
com'anche dei cocci
aguzzi di bottiglia
e perfino a quello
"che ci si mostrano i limoni
e il gelo del cuore si sfa
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità"
finché il mare ci (ri)prenda
e ci (ri)porti in su la riva
affidandoci
ebbri e salati
al bianchissimo stare
de' gusci lasciati
nel sole, a morire...
*la cinquina segnalata dall'asterisco, è presa paro paro dagli "Ossi di seppia", mentre gli altri "brandelli montaliani" si son voluti mescolare alli miei, qua e là, nell'ultima parte, senza che potessi impedirlo in alcun modo. Chiedo perciò venia al caro Eugenio, e a tutti coloro che avessero inarcato le sopracciglia, facendosene convinti già in proprio.