Gliel’avevano regalata per il compleanno, tu che sei uno scrittore, scrittore, ma lui scriveva al computer, chi scrive più con una penna, cosa me ne faccio di una penna, è come regalare una cravatta, che uno non sa cosa regalare e allora che cosa regala, un profumo, una cravatta, una penna, ma piuttosto regalatemi una bottiglia di vino, che quello lo bevo, lo bevo e poi lo piscio, del profumo che me ne faccio che non esco mai, e la cravatta, certo, mi ci impicco, e la penna, la penna nel culo me la ficco, una penna, e nemmeno bella, quelle ecologiche, e manca di logica, una penna ecologica, solo perché è di legno, e che c’è di ecologico nello spezzare una albero, un tronco, un ramo, per farci una penna, fosse almeno di frassino, si potrebbe usare per ammazzare, i vampiri, i licantropi, i filantropi come questo cazzo di amico che gli regala una penna che fa fico, tu che scrivi, ecco, guarda che bello, un ugello, neanche un ombrello, fanculo, nel culo, e la penna, lontano, la tiene lontano, fino a che un giorno, un giorno gli scivola in mano, e la penna, la penna comincia a scrivere, a scrivere pagine bianche, per lui, lui che fuma cenere di sigaretta, lui, lui che beve bicchieri mezzi vuoti, per lui che sa scrivere solo di parole, opere e omissioni, mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa, e le pagine si riempiono di bianco, pagine bianche, pagine stanche, ma non si ferma, la penna, parole, opere e omissioni, soprattutto omissioni, e le pagine si riempiono del non fatto, del non detto, del non scritto, con che diritto, con che diritto mi fai questo, e la penna lo tiene stretto, inchiodato, e la scrivania, lo studio, la casa, si riempiono di pagine bianche, pagine stanche, e di cenere, cenere di sigaretta, maledetta, vino, no, non bianco, che sono stanco, ti prego, smettila, e la penna, nella mano stretta, e passano, i giorni, e la penna non si ferma, diventa parte del corpo, piede di porco, non dorme, non mangia, beve, beve solo i suoi stramaledetti, fanculo, mezzi bicchieri, e ogni giorno diventa un ieri, un ieri bianco, ed è sempre più stanco, sempre più bianco, come ogni foglio, sul banco, sul banco di scuola, lo schiaffo della suora, mancino maledetto, senza cena vai a letto, mano legata dietro la schiena, la mano del diavolo, diavolo di un bimbo, che non sa scrivere, e la destra, la destra si rifiuta, non sa scrivere, la destra, maestra, ti prego maestra, e pagine bianche, piange, le pagine piange, bianche, pianche, bagnate di lacrime, nere come l’inchiostro di questa penna maledetta, che diventa bianco, sul foglio, sul banco, perché sa solo non scrivere, non scrivere di sogni mancati, desideri mancati, esami mancati, test, prove scritte, mancate, decisioni rinviate, e di verità celate, bugie, si chiamano bugie, le verità non dette, mani non strette, maledette, pagine bianche, e bianco, bianco, il volto, sempre più stanco, la testa sul banco, ma la penna non si ferma, e scrive il bianco di amori traditi, di sentimenti mentiti, e la penna penetra nella mano, e la mano sparisce, la mano tradisce, e la penna succhia il vino rosso, l’inchiostro, che scorre nelle vene, mezze piene, mezze vuote, scivolano, vuote, le parole, e si scrivono da sole, e le pagine si tingono di rosso, sì, lo so, è un paradosso, ma fermarmi non posso, basta ti prego, stai distruggendo il mio ego, ti prego, ti prego, ti prego, basta, stai ferma, e la penna
la penna si ferma
si
ferma
si ferma e poi lo guarda
guarda
e lui guarda
ma c’è poco da guardare
c’è solo bianco
il bianco
di tutto ciò che non ha mai scritto
di ciò che non ha mai fatto
mai detto
il bianco
e adesso
adesso è davvero stanco
ti prego, penna maledetta, fai in fretta
e la penna
la penna lo guarda
lo
guarda
lo guarda e poi nel cuore si schianta
pagina bianca
si tinge di nero
e gli resta solo il tempo
il tempo per un ultimo pensiero
è finita
e ora potete leggerlo
questo
questo è il romanzo
il romanzo della mia vita.