Probabilmente prima di nascere esistevo in un posto, una dimensione, pura e piena d'amore,
forse ero un angioletto con le alucce di farfalla. Lo suppongo per la mia troppa sensibilità
ed emotività e poi una purezza, anzi una purità, anzi cioè una puritudine che fin da quando
ero neonato si è palesata. Pensate che quando da lattante facevo la cacchina mia madre diceva
che profumava di gelsomini appena colti.
Quando mia madre lavava il pavimento non usava la candeggina, ma la mia pipì, purissima,
disinfettevole e limpida come una sorgente amazzonica. Ma sentivo che il mondo dove
ero nato era un posto alieno al mio vero essere, ero gracile e sempre malaticcio. Mia madre
per anni mi ha propinato centinaia d'iniezioni.
All'epoca c'erano siringhe di vetro che venivano bollite prima di essere usate, e quanti aghi sono
penetrati sulle mie piccole e tenere chiappette.
Ricordo che nei pressi dove abitavo c'era un posto che chiamavamo "u sciumm" dove la natura
era feconda e dove scorreva questo rio tra due profonde sponde.
A volte andavo lì ad acchiappare farfalline per sentire le loro alucce frusciarmi tra le mani
e caso mai tenerle per un pò in un barattolo di vetro.
Un amico poi mi ha raccontato che anche lui da piccolo andava "ngopp u sciumm" ma per
acchiappare le farfalline delle ragazzine che si trovavano a passare, loro malgrado, da quelle parti.
Tornando alla purezza, sempre da piccolo, avevo una voce bianca, anzi una voce trasparente, anzi cioè invisibile,
talmente era sottile e melodiosa.
Potevo avere dodici anni quando, in una messa serale, feci un assolo con la mia vocina, tanto beatifica
che d'un tratto tutti si voltarono, pure la statua della Madonna sobbalzò dalla meraviglia.
La mia voce incantò gli astanti e pure i distanti, ed anch'io rimasi meraviagliato di tanta dolcitudine.
Un amico poi mi disse che per un attimo aveva visto due alucce vibrare dietro la mia schiena.
Col tempo mi sono dovuto adeguare al vivere terreno, anch'io ne ho passate di tutti colori e sfumature
e da angioletto che credevo d'essere, a volte mi sento un pò diavoletto, ma sempre sono attratto dalla spiritualià
e dai fenomeni paranormale.
Con le vicissitudini che ho dovuto affrontare (e chi è che nella sua vita non ne ha avute) dovevano farmi santo
"Santo subito". Sant'Italo Martire.
Già mi vedo esposto nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, una statua di bronzo, il corpo messo in una teca,
per finire un'aureola d'oro e un magnifico affresco nella cappella dei beati.
Da una nuvoltetta guarderei il mondo pensando: guarda sti terrestri, desiderano, comprano, accumulano,
ma non hanno capito che sono nati con le mani vuote e con le mani vuote se ne andranno da questo mondo.
Quante ancora ne dovrò affrontare, ma il mio essere puro mi dice di andare avanti, perchè di certo,
da qualche parte, c'è un quid in noi che va oltre, molto oltre, il nostro limitato "essere umani"