E pensare che era bello
scarmigliarti sulla bocca
regalando tutto il bene che conosco;
ma qui malauguratamente taccio,
mi crogiolo nella forma
di una mano di corallo che ti sfiora
nel pensiero di un bastione di difesa
da una guerra che non scoppia.
Puoi capire:
sono un cero che consuma lentamente,
fiamma fioca che si annega nella sera.
Questa volta dammi voce:
la mia guancia nell’interno delle cosce
una mano tra i capelli
nell’essenza che conosco,
le ali nostre voli aperti
di potenti rimembranze.
Finalmente nasco e torno.
Redivivo.