Erano settanta soldati in marcia
con gli stivali rotti,
e i cani a mordere loro il sangue
e la paura a mangiare la loro carne.
Erano settanta padri di figli
con le divise tristi,
e i nemici non capivano perché sparare
e gli amici li mandavano a macellare.
Ma con settanta cuori di settanta mogli
qualche urlo di rabbia si sente, oh sì,
oh sì, signore, e per questo non lascio
che la lama si scosti dal tuo collo.
Vecchio bastardo senza cuore né donna,
con quella macchina grigia e poi nera,
ora mi chiedi di lasciarti vivo,
che il tuo potere non rimanga orfano.
Razzoli e rantoli per la tua guerra
che guarderai alla televisione,
che sosterrai al telegiornale,
che pagherai con la dannazione.
Siamo settanta e tu sei uno solo,
sono settanta le nostre mogli,
sono settanta anche i nostri figli
che si dividono già i tuoi sigari.
Tu sei il passato, noi... non sappiamo,
ma un passo avanti è stato fatto:
spingere te ancora un passo indietro,
spingere te qualche metro sotto.