Ilaria sente l'aria fredda pizzicarle il viso, attorno il buio, troppo presto per vedere
i colori delle foglie che si sono fatti rossastri, pochi giorni e le piante nude ricorderanno il ritorno del gelo dell'anima.
Qualcosa la spinge ad un no deciso ha bisogno di accendersi di nuovo per smuovere l'apatia minacciosa, una ladra pericolosa, ruba il futuro lasciando il rimpianto.
Si incammina verso l'equilibrio riluttante, come può abbandonare quel corpo snello, quell'energia nottambula, la voglia assoluta di piacere, il gusto dell'incognita, la leggerezza dell'istinto, il peccato della gola ?
Gli inganni del tempo se ne vanno per la loro strada, amici per la pelle un corno !
La tradiscono, anzi peggio tentanto di farle conoscere nuove compagnie...
Pilotano l'aereo barando sulla rotta aumentano la zavorra sino a farle toccare una terra straniera.
Ilaria lotta come una dannata per rimanere nel mezzo del cielo, ma il tempo è ormai maturo, casca il frutto che lei si ostina a guardare come fosse ancora acerbo.
L'ha ascoltato spesso il ritornello senza crederci, adesso fatica in una realtà diventata sua.
La bilancia segna cinque chili oltre, gli occhi si fanno pesanti cercando il riposo, le gambe perdono il tono, il dolce diventa amaro.
RITORNO alla nuova se stessa, ma non ci riesce, non si accetta.
Banale, direte voi, tragedia riflette una donna a mezz'asta.
La forza di vedersi immersa in una nuova stagione, ci deve pur essere un punto della situazione che le dimostri quanto una rinuncia valga un domani per nulla scontato.
Forse lo troverà specchiandosi nell'acqua della pozzanghera laggiù, in fondo la pioggia caduta rivela un segreto, cambia la forma eppure mantiene l'essenza.
Nessun gelo, solo un divenire migliore, la medicina del proprio cuore.
" Ilaria ritorna, dai, se come sei ti vai bene il resto si arrangia tranquilla, non muore.