Amo il presidio che sfugge all’ora
le tempeste che sanno improvvisare,
amo la rosa impalpabile
come brezza
stretta ai suoi petali
ai colori che non si sfaldano,
sulle sue note suona al vento come un velo
respirando acqua di seta
bolle di brina in effervescenza
Vestita di piume di cielo
ma con il tuffo sulla terra, ai tartufi,
ai metalli;
agli odori
del suo lascito
che in aria gravitano
ritagliando coriandoli per
addobbare il vento da pubblicare