A parole sono brava nel trasmettere il loro, ma a buttare il nascosto, a sviscerare l'anima mi riesce meglio con la penna.
Credo o forse immagino che il bello e il brutto sentito negli anni sia finito tutto lì.
Lì su quei diari da ragazza pieni di sogni e dubbi.
Lì in quelle lettere senza destinatario.
Ho riversato il mio piccolo, il mio grande, sulle pagine bianche della vita.
Ho speso lacrime inutili per il primo amore che amore non era, fantasia estrema.
Ho ricucito amicizie, incollando le pezze strappate.
Quando ho incontrato il compagno giusto ho speso fiumi di inchiostro e ne sarebbe servito un mare.
Il mio testimone ancora non l'ho consegnato, veramente esiste un punto di vista il resto, per chiunque lo riceva, dovrà costruirlo da sé.
Ci ho messo l'amarezza da figlia per essere all'altezza mai raggiunta.
L'intimo personale rimane, però, racchiuso gelosamente in un doppio senso, in una metafora a portata di tutti e nessuno.
Scrivo del mio sentire esce e va com'è e non come sarebbe.