Dal Vocabolario Treccani: "Libro liquido, loc. s.le m. Il libro inteso come contenuto che può adattarsi a diversi supporti, dal volume cartaceo a vari tipi di dispositivi elettronici e informatici. ◆ Il libro liquido. È questo il futuro. Poco importa se siamo lettori di romanzi o di poesie, se divoriamo i gialli o amiamo i fantasy. Non è una questione di genere letterario. È un tema che va al di là della diatriba tra carta e digitale. Riguarda il contenuto, che dovrà modificarsi a seconda di chi lo guarda e del supporto su cui desidera leggerlo. (Stefania Parmeggiani, Repubblica.it, 11 maggio 2012, Spettacoli e Cultura) • «Oggi si parla di “libro liquido” perché il suo contenuto – saggio o romanzo o testo scolastico non importa – può cambiare forma, assumendo di volta in volta quella del contenitore in cui viene “versato”. Può essere letto sullo schermo di un personal computer, di un tablet o su un ebook reader». [Barbara Hoepli] (R.[oselina] S.[alemi], Espresso, 6 novembre 2014, p. 135, Società)".
Come tutto ciò che è connesso alla modernità (Bauman docet) anche il libro diventa liquido. Si tratta solo di una delle tante declinazioni del terzo verbo indicato da Kelly come motore del divenire attuale: fluire. Un attuale piuttosto inattuale se pensiamo al fiume di Eraclito, ma questa è un'altra storia.
Il ragionamento di Kelly prende le mosse dal fatto che "Internet è la più grande macchina fotocopiatrice mai inventata". Ogni cosa che può essere dematerializzata lo sarà e fluirà liberamente in rete. Lo abbiamo visto con quello che è successo alla musica quando è diventata digitale. Quando possibile e utile, l’immateriale è destinato a prevalere sul materiale, il bit sull’atomo, il soft sull’hard. In questo quadro cambia la dimensione del tempo. Durante l’era industriale le aziende facevano tutto quello che era in loro potere per risparmiare tempo e quindi aumentare l’efficienza e la produttività, ma oggi questo stesso principio non è più sufficiente. Ora le aziende devono far risparmiare tempo ai loro clienti e ai cittadini, facendo tutto il possibile per interagire in tempo reale, cioè il tempo umano. Un bancomat è molto più veloce di un impiegato allo sportello quando si tratta di prelevare denaro, ma quello che vorremmo è una liquidità istantanea, soldi direttamente in mano, servizi simili a quelli offerti da Square, PayPal, Alipay o Apple Pay.
Tutto questo ha molto a che fare anche con la scrittura di un libro. Jay, in un Episodio ancora inedito di Ariminum Circus, vuole scrivere una lettera d'amore a Daisy. "Il novello Orlando ricordava quanto Daisy vivesse in simbiosi con il suo iPad: dunque, forse avrebbe apprezzato il testo di una lettera scritta utilizzando il digitale e le opportunità offerte dal Web, che rende disponibili materiali infiniti, sui quali si può lavorare di taglia e cuci. La bravura consiste nella sapiente mescolanza degli elementi scelti, che nel risultato finale devono trovare la giusta proporzione, come in un cocktail. Ecco, pensò, allo Scrittore contemporaneo si attaglia il ruolo del Barman; la parte della vodka potrebbe essere attribuita al giacimento di notizie alle quali egli attinge.
Conosceva la critica a questa concezione : si tratterebbe di un’idea epigonale di scrittura, involta nella rete dell’autoriferimento, nei cui nodi l’Autore è ridotto al ruolo di bricoleur, di eterno copista del già scritto. Eppure, gli aveva detto Kenneth Goldsmith durante un sit-in per sostenere la depenalizzazione del reato di plagio, grazie al Web siamo tutti dei John Cage, dei Marcel Duchamp: già con semplici copia-e-incolla ricontestualizziamo parole e immagini in diversi frame (un profilo Instagram, un tweet, un blog), facendo assumere loro significati diversi. Sotto questo punto di vista, aveva concluso l’attivista, Internet è un gigantesco, continuo readymade.
Durante gli studi per conseguire l’abilitazione all’insegnamento nei nosocomi, d’altronde, Jay aveva seguito un corso di Poetry Therapy Online: lì aveva appreso che poeti e romanzieri hanno lavorato per la maggior parte così da sempre, pur non avendo avuto a disposizione la Rete. La figura romantica del genio solitario anche in passato era più un mito che una realtà. Già Leonardo da Vinci inveiva contro i letterati, capaci solo di ripetere ciò che hanno letto negli altrui libri. Eppure, se avesse conosciuto il più grande di tutti, Shakespeare, avrebbe dovuto prendere atto di quanto il Bardo fosse bravissimo nel comporre storie traendone gli elementi di fondo dal repertorio che la tradizione o la cronaca fornivano. Su queste basi creava capolavori. Basi che spesso erano le stesse. Come l’idea della giovinetta che si finge morta per amore: meccanismo che produce esiti diversissimi in Romeo e Giulietta, Molto rumore per nulla e nel Racconto d’inverno – le opere shakespeariane preferite di Jay".
Ma torniamo a Kelly. Una legge universale dell’economia dice che qualunque cosa, nel momento in cui diventa onnipresente e gratuita, inverte improvvisamente la propria posizione all’interno dell’equazione. Nell’era industriale sono le copie a essere più preziose degli originali fatti a mano: nessuno vorrebbe il prototipo originale e rozzo di un frigorifero realizzato direttamente dall’inventore; preferirebbe piuttosto una copia in perfette condizioni e funzionante. Più il clone è comune più è desiderabile, dal momento che viene accompagnato da una rete di servizi e centri di riparazione. Ora l’ago della bilancia si è nuovamente spostato: fiumi di copie gratuite hanno minato l’ordine costituito, trasformandolo in questo nuovo universo supersaturo di riproduzioni digitali, onnipresenti e così economiche da essere gratuite, in cui le uniche cose veramente di valore sono quelle che non possono essere copiate. La tecnologia ci sta dicendo che le copie non hanno più importanza o, più semplicemente, sono così largamente abbondanti da essere diventate inutili, senza valore, mentre le cose che non possono essere copiate diventano scarse e acquistano pregio. Quando le copie sono gratuite, si deve vendere quello che non si può copiare.
Già, ma cosa non può essere copiato? Per esempio, la fiducia. La fiducia non può essere prodotta in serie, o comprata all’ingrosso, né si può scaricare dalla Rete e custodirla in un database. Ci sono molte altre qualità simili che sono difficili da copiare e che per questo motivo acquistano valore nell’attuale economia. Il miglior modo per distinguerle è porsi una domanda molto semplice: perché qualcuno è disposto a pagare per qualcosa che può avere gratis? I valori impossibili da copiare sono migliori della loro controparte gratuita. Ecco otto qualità che sono «migliori di quelle gratuite». Anche quando parliamo di libri.
Immediatezza Prima o poi si trova sempre una copia gratuita di qualunque cosa si voglia, ma riceverne una per posta nello stesso momento in cui viene immessa sul mercato, o, meglio ancora, appena viene prodotta dai suoi creatori, è un vantaggio generativo. Per esempio, molte persone vanno al cinema a vedere un film lo stesso giorno in cui esce nelle sale, pagando a volte profumatamente quel che potrebbero vedere più tardi gratuitamente, o quasi, scaricandolo dalla Rete o noleggiandolo. In un certo senso, non stanno pagando per vedere il film, che sarebbe altrimenti gratuito, ma per l’immediatezza. I libri con la copertina rigida costano di più per la loro immediatezza, nascosta sotto una diversa rilegatura; un posto in prima fila ha un costo aggiuntivo per la stessa ragione. L’immediatezza, come qualità vendibile, presenta diversi livelli, tra cui l’accesso alle versioni beta. Queste versioni di applicazioni e software erano considerate di valore inferiore perché incomplete, poi si è capito che, stante la loro immediatezza, possiedono in realtà un valore aggiunto. «Immediatezza» è un concetto relativo, che può variare da pochi minuti a mesi, ma può essere ritrovato in ogni prodotto o servizio.
Personalizzazione Una versione generica di una registrazione di un concerto può essere gratuita, ma se vogliamo una copia modificata che suoni acusticamente perfetta nel nostro salotto, come se il concerto si stesse tenendo lì, potremmo anche essere disposti a spendere molti più soldi; in questo caso, non staremmo pagando per la copia in sé ma per la personalizzazione generativa. Una copia gratuita di un libro potrebbe venire personalizzata dall’editore, a patto che rifletta l’esperienza di base di coloro a cui viene donata, a seconda delle loro precedenti letture. La personalizzazione richiede una comunicazione continua tra il creatore e il consumatore, l’artista e l’ammiratore, il produttore e l’utente; è profondamente generativa perché richiede molto tempo e iterazioni. Gli esperti di marketing la chiamano «viscosità», perché entrambe le parti coinvolte nella relazione sono bloccate in questa attività generativa e saranno riluttanti al cambiamento o a ricominciare.
Interpretazione Come dice una vecchia battuta: «Il software è gratis, il manuale costa 10.000 dollari». Solo che non si tratta di uno scherzo. Alcune aziende di grande rilievo, come Red Hat, Apache e molte altre, si occupano di vendere istruzioni e supporto a pagamento per il loro software gratuito: copiare il codice, costituito da banali bit, è gratuito, ma quelle linee di codice acquistano valore solo attraverso la guida e il supporto. Lo stesso accadrà per molte informazioni genetiche e mediche nei prossimi dieci anni: al momento, ottenere una copia completa del proprio DNA è molto costoso – circa 10 000 dollari – ma presto il prezzo diminuirà così velocemente che arriveremo a 100 dollari, e ci saranno compagnie di assicurazioni disponibili a sequenziarlo gratuitamente. Ma, se la copiatura sarà gratuita, la sua interpretazione, conoscere per cosa e come utilizzarla – una specie di manuale dei geni – avrà un costo elevato.
Autenticità Potremmo mettere le mani su una copia gratuita di un software famoso sul «mercato nero» della Rete, ma anche senza l’ausilio di un manuale vorremmo essere sicuri che non ci siano bug, malware o spam. Per questo motivo, saremmo disposti anche a pagare per averne una originale. Si tratta di una copia simile a quella gratuita, ma con un che di intangibile tranquillità; non è la copia che si paga ma la sua autenticità. Gli artisti hanno cercato di affrontare questa problematica da molto tempo: le riproduzioni grafiche, come fotografie o litografie, ma anche i libri a tiratura limitata, hanno spesso un marchio di autenticità posto dell’autore, la firma, che alza il prezzo dell’opera; una filigrana digitale o altre tecnologie di segnatura non possono funzionare come schemi di protezione anticopiatura, ma possono servire, per chi vi è interessato, come qualità generativa di autenticità.
Accessibilità La proprietà è spesso una seccatura: bisogna tenere tutto in ordine, aggiornato e nel caso dei contenuti digitali anche effettuare una copia di riserva; vivendo in un mondo «mobile», dobbiamo portarci tutto dietro. Molte persone preferiscono lasciare che altri si prendano cura dei propri «averi», aderendo pigramente a questi servizi su cloud. La maggior parte di quei contenuti saranno disponibili gratuitamente altrove, ma non con la stessa comodità di un servizio a pagamento col quale posso accedere a materiale gratuito ovunque, da qualunque mio dispositivo e con un’interfaccia grafica a misura di utente. In parte, è proprio quello che si ottiene con iTunes su cloud: si paga per la convenienza di poter scaricare gratuitamente musica ovunque si voglia. Non si paga il contenuto in sé quanto la convenienza di avere un accesso facilitato e senza vincoli di mantenimento. Amazon sta cercando di importare lo stesso concetto anche nel mondo dei libri con il servizio Kindle unlimited.
Personificazione L’essenza di una copia digitale è che non ha un corpo. Sono contento di leggere il pdf digitale di un libro, ma talvolta sarebbe bello permettersi il lusso di leggere le stesse parole stampate su pagine di carta bianca come il cotone e rilegate in pelle: è proprio una bella sensazione. La gente arriva a pagare migliaia di dollari per biglietti di eventi a cui vogliono assistere dal vivo, anche se sono trasmessi gratuitamente in diretta in Rete. Sono pressoché infiniti i modi in cui è possibile controbilanciare il mondo immateriale attraverso una maggiore personificazione.
Patrocinio In realtà, pubblico e ammiratori appassionati vogliono pagare i creatori di contenuti, amano premiare gli artisti, i musicisti, gli autori, gli attori con dei pegni del loro apprezzamento, perché in questo modo entrano in contatto con le persone che ammirano. Ma pagheranno solo a quattro condizioni, che spesso non sono rispettate: 1) il contributo deve essere estremamente facile da elargire; 2) l’importo deve essere ragionevole; 3) deve esserci un evidente beneficio per chi decide di pagare; 4) deve essere chiaro che i soldi andranno direttamente ai creatori.
Reperibilità Le abilità generative precedenti risiedevano entro i confini delle opere creative; la reperibilità, invece, è una qualità che si applica a un aggregato di numerose opere: qualunque sia il prezzo, se un’opera non viene vista non ha alcun valore. I capolavori non trovati sono inutili: quando ci sono milioni di libri, milioni di canzoni, milioni di film, milioni di applicazioni, milioni di qualunque cosa possa attirare la nostra attenzione – per la maggior parte gratuiti – la reperibilità diventa un valore aggiunto, soprattutto se si pensa al numero di opere che oggigiorno vengono create, rendendo il tutto ancor più difficile e improbabile. Gli ammiratori usano diversi modi per scoprire ciò che merita attenzione, fra tutto quello che viene prodotto: critiche, recensioni, marchi (di editori, case discografiche, studi), e sempre più si affidano ad altri ammiratori e amici perché raccomandino loro il meglio. Proprio come avviene su Typee.