Io e mio fratello ci siamo iscritti insieme alla palestra di MMA, ci piaceva che era un posto senza finocchi né negri. Niente da dire che uno è finocchio o paki o negro o cinese denti storti, ma noi c’abbiamo il diritto di allenarci senza averceli attorno, o no? In più nel quartiere è pieno di questa gente, qualcuno lo abbiamo sistemato che si allargava troppo, ma poi gli altri che se lo facciano succhiare da chi vogliono, basta che non ci ammorbano a noi. A dire il vero in palestra un negro ci viene, ma lo teniamo solo perché una volta che si è affacciato un cioccolatino coi fazzoletti e gli accendini lo scuro nostro è andato a sbatterlo fuori gridando “sono quelli come te che fanno fare una figura di merda ai negri”. Lo abbbiamo tenuto ma lui è sempre inferiore, anche se è quasi grosso come noi.
Io e mio fratello siamo due macchine da guerra, anche se l’istruttore ci sfracella i marroni con la storia che le arti marziali sono nobili e che è una responsabilità avere le mani che possono uccidere e tutto il resto. A noi ci interessa per lo stadio e poi mio fratello ha aperto un negozio di frutta e verdura che se arriva il magrebone a fottergli i frutti dalle cassette si deve pure difendere, no? Come quel padre e figlio che il marocco gli ha fottuto i biscotti dal baracchino e l’hanno pettinato per bene. O Come Spada a Ostia, che al giornalista rompicazzo gli ha spaccato il naso con una capocciata. A noi ci sarebbe piaciuto allenarci da Spada, lui no che non rompe le palle con la disciplina e la responsabilità. Ma ci veniva scomodo, e poi se vuoi tenere quatto il quartiere è meglio allenarsi in una palestra sul posto così tutti sanno che non si scherza. Noi non rubiamo a nessuno e nessuno ci deve rubare a noi.
C’è che noi abbiamo messo su il fisico e ci rompe di usarlo solo per le fighe e non per un poco di azione, che quelli di casapound che adesso sono in politica e devono stare puliti ci fanno fare dei lavoretti nel quartiere: loro danno i pacchi alimentari per tenere lontani i pipparoli della azione cattolica e le zecche rosse, ma poi ci mandano noi a farli cagare addosso i negri, che non si pensino che sono persone vere.
C’è anche che mio fratello, che è più grosso di me, c’ha un problema che nessuno lo deve sapere e se sa che ve lo dico a voi mi stende, ma lui c’ha il cazzo piccolo. Cioè non piccolissimo, ma piccolo in proporzione, e questo lo fa diventare una bestia. In palestra quando fa la doccia nessuno lo guarda e nessuno dice bah perché lui li spacca, come quella zoccola che lui si doveva scopare e lei ha solo detto “dai che lo facciamo lavorare bene lo stesso” e aveva sorriso. Mio fratello le ha spaccato la mandibola e i denti così non sorride più né di lui né di nessuno. Io però non posso fare quello meno incazzato perché dobbiamo essere una coppia alla pari, così io sono ancora più incazzato di lui. E al sabato sera prendiamo le moto e giriamo, poi se ci dice bene troviamo da fare una rissa e da spaccare un po’ di culi.
E così stavamo iniziando un poco alla volta e montare su una cosa con un ragazzino che ci aveva guardati troppo ed è arrivato questo negretto con la faccia da bambi che ci ha detto a noi di lasciarlo stare. A noi. Non volevamo fare il lavoro completo, ma scrocchiava così bene che era un peccato fermarsi, anche perché avevamo altri due amici del quartiere e quando sei in quattro è perfetto, due calciano i fianchi, uno la testa e l’altro le ginocchia e le caviglie. E quello è rimasto là, ci guardava con gli occhi aperti ma non si muoveva più e noi siamo andati a bere in un posto più lontano.
Ci hanno presi alla notte, non so chi gli ha detto qualcosa ma adesso dicono gli avvocati che sono cazzi perché era un finto negro, nel senso che era scuro ma era italiano, per quanto possa esserlo un negro, e quindi sono cazzi. Dobbiamo dire che che noi eravamo arrivati per mandare via degli stronzi che lo menavano ma siamo arrivati tardi, o una cosa del genere, non so bene. Però un giornale importante ha detto che mio fratello era un ragazzo sveglio e concreto, e questo vorrrà dire qualcosa, o no?