Questo vecchio treno prima o poi deraglierà, penso.
Mi siedo al solito posto nel solito vagone. Sto per mettermi gli auricolari per ascoltare un po’ di musica e farmi i fatti miei ma quattro passeggeri sui sedili di fianco attirano la mia attenzione.
Sono tipi strani, non i pendolari che incontro di solito. Sembrano così diversi l’uno dagli altri, non hanno nulla in comune. Uno è basso e tarchiato, indossa un vestito logoro, con le toppe ai gomiti della giacca stinta. Quello di fronte al primo è alto e magro, sembra un po’ schizzato ma è elegantissimo nel suo completo blu con giacca e cravatta impeccabili. Il terzo, seduto di fianco a quello elegante ha un’aria emaciata, sembra debba svenire da un momento all’altro, porta jeans e camicia a quadri. L’ultimo, seduto di fianco al tipo tarchiato, è visibilmente palestrato, muscoli definiti traspaiono dalla maglia a maniche lunghe aderente e gambe forti si intuiscono sotto i pantaloni cargo beige. Insomma, una combriccola perlomeno bizzarra.
“Ci stanno provando” inizia quello tarchiato.
“Si, per esempio ho sentito che si raccontavano una storia l’altro giorno” continua lo sportivone un po’ spocchioso “parlava di due tizi, Alice e Bob, che partono per un viaggio interstellare in direzioni opposte. Ciascuno di loro ha in tasca tre monete identiche che non conosce. Alice tira fuori dalla tasca la prima moneta a caso e le altre due scompaiono, dall’altra parte della galassia Bob tira fuori una moneta a caso ed è uguale a quella di Alice ma…” si intromette quello schizzato “...ma fino a quando Alice non estrae la moneta, entrambi hanno in tasca tutte e tre le monete che quindi possono essere estratte a caso da una parte all’altra della galassia, sempre uguali”
Penso che stiano parlando del sesso degli angeli ma la cosa mi incuriosisce e lascio perdere gli auricolari ancora per un po’.
“Ci stanno arrivando, forse” commenta il tipo deboluccio “ma voi li avete capiti? Secondo voi sanno realmente di noi?”
“Io credo di no, d’altra parte è anche colpa nostra, poveracci” risponde l’elegantone genuinamente preoccupato.
Suona un cellulare, il tipo palestrato estrae dalla tasca dei cargo il telefonino.
“Pronto? Si sono io ciao come stai? Come dici? Stai per incrociarci sul binario opposto? Veramente? Ma dai! Se il treno rallenta magari riusciamo a salutarci dal finestrino! A dopo”
Chiude la telefonata e guarda gli altri sorridendo compiaciuto.
“Non riuscirai a vederlo” il tarchiato gli stronca l’entusiasmo.
“Ma smettila, sempre il solito pessimista!” esclama l’elegantone schizzato, poi cambia argomento “tornando alla storia dei due tizi di prima, potrebbero fare un passettino in più”
“Intendi quello che sto pensando io?” chiede il deboluccio strizzandogli l’occhio in segno di intesa.
“Già, potrebbero arrivare al fatto che Alice e Bob non solo estraggono dalla tasca la stessa moneta pur trovandosi l’un l’altro dalla parte opposta della galassia, ma addirittura potrebbero trovarsi dalla parte opposta…del tempo!”
“E bravo il mio amicone, esatto. Alice un milione di anni fa e Bob un milione di anni nel futuro, per esempio”
Si guardano complici e ridono di gusto. Io sono di sasso, chiaramente non ci ho capito un H di tutto il discorso. Sono talmente rincoglionito che mi prende un colpo quando incrociamo improvvisamente il treno che arriva dalla direzione opposta.
Il tizio palestrato è intento ad osservare impaziente i finestrini che scorrono paralleli e vicinissimi ai nostri.
“Eccolo!” esclama eccitato “ciaooooooo” agita le braccia sopra la testa in segno di saluto.
Intravvedo il tizio dall’altra parte, quello della telefonata di poco prima, è un tipo palestrato con una maglia a maniche lunghe aderente e pantaloni cargo beige. Agita le braccia sopra la testa in segno di saluto.
I due riescono a vedersi per qualche istante poi i treni schizzano via veloci, allontanandosi.
Non riesco a crederci. Mi accorgo che i quattro mi stanno guardando.
“Stai bene? Sei un po' pallido” mi chiede il tarchiato.
Rispondo che si, sto bene ma che mi sembra di aver visto un doppione del palestrato sull’altro treno.
Ridono.
“Ma certo, tranquillo quello è solo uno, dovresti vedere quanti ce ne sono!”
Ridono.
Timidamente chiedo i loro nomi.
“Siamo quello che voi chiamate le quattro Interazioni Fondamentali”
“Io sono Interazione gravitazionale” si presenta il tarchiato
“Io sono Interazione elettromagnetica” si presenta l’elegantone schizzato
“Io sono Interazione nucleare debole” si presenta l’emaciato
“Io sono Interazione nucleare forte” si presenta il palestrato
Guardo fuori dal finestrino, infiniti treni identici sfrecciano incrociandosi uno accanto all’altro mentre i quattro compari continuano a raccontarsi storie di tizi magicamente collegati da una parte all’altra dell’Universo e del Tempo.
«Alcune persone si arrabbierebbero molto se non dovesse esistere una teoria definitiva, che possa essere formulata come un numero finito di principi. Io appartenevo a quel gruppo di persone, ma ho cambiato idea.»
Stephen Hawking